Pubblicato il: 2023-04-03 10:28:26
Avrebbe compiuto oggi 73 anni, Sergio, il grande Sergio. Una leucemia inesorabile ce lo ha portato via la vigilia di Natale del 2011. Ha lasciato un vuoto, grande, come era lui. Un fratello maggiore per me, a dispetto delle classi di età. Il presidente del Bologna, Gazzoni Frascara, lo aveva ribattezzato "la Treccani del calcio": un'immagine che lo contiene ancora. Nell'abbracciare idealmente la moglie e le due figlie, voglio rammentarlo con le parole che allora gli dedicò Gianfranco Civolani: «Buster Keaton, l'avevo da subito battezzato così. Ma perché Buster Keaton? Perché – come quel celebre attore del cinema muto hollywoodiano – Sergione non sorrideva mai. Ma attenzione: Sergio Buso non era certo un tipo ridanciano e non ghignava a vuoto come quelli che vanno a vedere i cinepanettoni e già sghignazzano ancor prima di entrare in sala. Ma Sergio Buso con gli amici e con i giornalisti più cari (e io fra questi, sempre onoratissimo) sapeva ridere di gusto raccontando corposi e gustosi aneddoti di tante vite vissute in carriera. Sergio Buso era un uomo d'altri tempi. Sempre così gentile, compito, composto, disponibile e capace di chiamarti a Natale (cosa che non fa quasi nessuno) per dirti semplicemente «Sono Sergio, buone feste». Ma io lo voglio ricordare anche per i messaggi tecnico-tattici che sapeva trasmettere. Una volta ammesso nel suo studio-sacrario di Casalecchio, gli chiesi qualcosa sui portieri e lui: «Dipende dai circuiti». Un'altra volta parlammo delle diagonali e lui: «Eh, ma bisogna anche tener conto delle bisettrici». Sergio Buso era un fiore che sapeva volare dieci spanne sopra il tanto fango che purtroppo ci circonda. Questo fiore è caduto, ma non appassirà mai». Renzo Ulivieri